Monet: il dolore di un uomo, lo spazio tra il motivo e me.
In sospensione di sguardo velato.
Torino, GAM- febbraio 2016, #nostivali.
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Musée d'Orsay, Parigi
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Tra le pennellate immerse di luce del mio prediletto Monet, delicati cromatismi di antagonisti complementari si miscelano in giochi d'acque riflesse. Mi riempio gli occhi di immagini evocative. L'impressione è un colpo alto che cattura lo sguardo e veicola la suggestione: non è il "come", che mi affascina, ma il "dove" mi conducano quei tocchi di colore minuziosamente studiati e disposti. Il riverbero di luce e riflessi inonda le tele e ondeggiano lievi, le barche sospese a filo d'orizzonte.
Le tavolozze di turchese e verde-acqua, da me sempre amate, si illuminano di vorticosi bianchi che, con mano ferma e sapiente, approfondiscono e schiariscono gli abissi. Variazioni formali e ricerca della luce, toni del blu violetto e gradazioni di oltremare prevalenti, con barlumi di gialli, aranciati e rossi, riflessi in lastre d'acqua solidificata che sembrano immobilizzare, nel sottopiano, il movimento del mondo sovrastante: il "mio" solito Monet.
Ma non sono le ninfee, né le bucoliche colazioni, le barche argentine o i giochi di ombrelli e piante, a imprimere il segno caratterizzante di ciò che mi rimane, del passaggio tra i corridoi di questa mostra.
Non riesco a distogliermi, piuttosto, dalla fascinazione inquieta e irreversibile della trasposizione che muta la vita in morte.
"Camilla Monet sul letto di morte" catalizza ipnotica la mia attenzione. Il capo chino e velato, abbandonato all'estrema fine, della donna non riesce ad acquietare la grave coltre di dolore che, invece, pare urlare la mano del pittore che la ritrae. E lì, in alto, sulla destra, percepisco irati e accusatori, gli occhi dell'innamorato che recrimina l'abbandono, in un rimprovero svelato.
Eppure...
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Claude Monet, Studio di figura en-plein-air – Donna con parasole verso destra, 1886. Olio su tela ( 131x88cm) , Musée d'Orsay, Parigi |
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