mercoledì 9 marzo 2016

Io, le amiche, Monet e #Nostivali a Torino

Monet: il dolore di un uomo, lo spazio tra il motivo e me.

In sospensione di sguardo velato.

Torino, GAM- febbraio 2016, #nostivali. 


Camille Monet sul letto di morte.
Camille Monet sul letto di morte (1879) olio su tela (90x68 cm), C. Monet

 Musée d'OrsayParigi

Tra le pennellate immerse di luce del mio prediletto Monet, delicati cromatismi di antagonisti complementari si miscelano in giochi d'acque riflesse. Mi riempio gli occhi di immagini evocative. L'impressione è un colpo alto che cattura lo sguardo e veicola la suggestione: non è il "come", che mi affascina, ma il "dove" mi conducano quei tocchi di colore minuziosamente studiati e disposti. Il riverbero di luce e riflessi inonda le tele e ondeggiano lievi, le barche sospese a filo d'orizzonte.


Le tavolozze di turchese e verde-acqua, da me sempre amate, si illuminano di vorticosi bianchi che, con mano ferma e sapiente, approfondiscono e schiariscono gli abissi. Variazioni formali e ricerca della luce, toni del blu violetto e gradazioni di oltremare prevalenti, con barlumi di gialli, aranciati e rossi, riflessi in lastre d'acqua solidificata che sembrano immobilizzare, nel sottopiano, il movimento del mondo sovrastante: il "mio" solito Monet.

Ma non sono le ninfee, né le bucoliche colazioni, le barche argentine o i giochi di ombrelli e piante, a imprimere il segno caratterizzante di ciò che mi rimane, del passaggio tra i corridoi di questa mostra.

Non riesco a distogliermi, piuttosto, dalla fascinazione inquieta e irreversibile della trasposizione che muta la vita in morte.
"Camilla Monet sul letto di morte" catalizza ipnotica la mia attenzione. Il capo chino e velato, abbandonato all'estrema fine, della donna non riesce ad acquietare la grave coltre di dolore che, invece, pare urlare la mano del pittore che la ritrae. E lì, in alto, sulla destra, percepisco irati e accusatori, gli occhi dell'innamorato che recrimina l'abbandono, in un rimprovero svelato.
Ma lo sguardo si adagia, placato, sul lenzuolo bianco, scivolando rapido sulle discromie del viso che si infossa, piegato dal rigore. 
Eppure... 

Claude Monet, Studio di figura en-plein-air – Donna con parasole verso destra, 1886. 
Olio su tela ( 131x88cm) , Musée  d'Orsay, Parigi
Eppure, ritorno lì, in alto. E aspetto di percepire la consolazione. Maturerà, con il tempo. 

╰☆╮




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