domenica 13 luglio 2014

Kandinsky e l'approccio musicale all'Arte visiva.

Riflessioni in leggerezza.Sull' Uomo, il Volo, l'Infinito e la Libertà: sospensioni e altre "amebe" micro-organiche, in punta d'acquerello.

«Vidi nella mente tutti i miei colori, erano davanti ai miei occhi; linee tumultuose quasi folli si disegnavano davanti a me».

" Pittura con tre macchie'' n. 196, W. Kandinskij (1914)
Olio su tela (121x111 cm) Collezione Thyssen- Bornemiska,
Madrid

Così V. Kandinskij, nell'opera ''Lo spirituale nell'Arte"(1920), prova a descrivere a parole il turbinio di spirali che si accendono come impulsi luminosi, nelle stanze della mente. Prerogativa dell'essere umano è quella della rappresentazione di concetti, che altrimenti vagherebbero come raggi lanciati da pianeti orbitanti, in costellazioni lontane. Vi è, ad un certo punto, quasi una viscerale necessità di materializzare, concretizzare, esporre e manifestare i demoni che abitano l'immaginario. 

E accade che gli occhi della mente recepiscano colori che gli occhi sensoriali afferrano distratti, e dalla mente alla tela, dalla mente allo spartito, dalla mente alla pagina, il virtuale, inteso come ciò che è in potenza, in virtus, in forza di possibilità d'essere, si attualizza.

E rimaniamo lì, stupiti e sorpresi, meravigliati e confusi dall'estro umano che crea l'opera d'arte. Lì, in quello spazio non-spazio di un tempo svuotato di scansione, colmiamo la distanza tra noi e le emozioni. 
Di fronte ad un' opera d'arte dell'uomo, sospendiamo ogni giudizio, ogni minuziosa ricerca del verosimile e del significato e gravitiamo, in assenza di peso, nei labirinti del nostro sentire ciò che vediamo, come se ascoltassimo.


'' Dipinto blu'', V. Kandinskij. 1924.
Solomon R. Guggenheim Museum, New York, Donazione, Fuller Foundation.
« L’azzurro è simile ad un flauto, il blu scuro somiglia ad un violoncello e, diventando sempre più cupo, ai suoni meravigliosi del contrabbasso; nella sua forma profonda, solenne, il suono del blu è paragonabile ai toni gravi dell’organo. L’azzurro è il colore del cielo. Quando è intenso suggerisce quiete, quando tende al nero è drammatico.» (V.K)

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