domenica 20 luglio 2014

Piccoli racconti felici: 2. Con i piedi penzoloni nel vuoto.

Nel Regno della fantasia, con un piccolo drago trasportatore: lungo la rotta dell'altezza, sul bordo del vuoto. In un battito di ciglia.


Trolltunga (lingua del troll): roccia sporgente.   a  700 metri 
sul lago Ringedalsvatnet,  Skjeggedal presso Odda, in Norvegia.
A piedi  stivalati nel vuoto, dall'alto della lingua di roccia, osservo assorta la distesa di orizzonte aperto, intorno a me.

Saluto con un battito di ciglia il draghetto trasportatore e constato come i mezzi di trasporto, in questo regno, siano davvero efficienti: è sufficiente un battito di ciglia, ed hoplà, il draghetto arriva, ti sballotta in sella e, via, ti ritrovi a destinazione. E' una grande fortuna, che  basti un battito di ciglia! 

Se avessi dovuto fischiare, per esempio, non avrei mai potuto usare il servizio di trasporto draghettale: non sono capace di fischiare! 
Invece, battere le ciglia è una facoltà insita nell' Umanità. 
Abbassare e sollevare le palpebre permette allo sguardo di distogliere l'attenzione da ciò che ci  circonda, per ritrovare di nuovo tutto lì. 
Abbassare e sollevare le palpebre è l'artificio che la mente usa per radicarsi alla concretezza di ciò che vede, dopo averla fatta oscillare. 
È un movimento infinitesimale, così ricorrente e assodato, abituale e fisiologico, che quasi non ne abbiamo più la percezione.


Quanti battiti di ciglia al giorno, producono gli occhi?! 


Di sicuro qualche  blasonata università, inglese o americana, avrà fatto una ricerca con analisi scientifiche, in merito. Ne sono certa!
Me l'immagino, la camera di osservazione, con le pareti bianche e una grande vetrata, dietro alla quale omini in camice bianco registrano le reazioni delle cavie, con piccole placchette bianche di carta velina adesiva, attaccate agli occhi.
Nella stanza delle cavie, la luce è sempre bianca, le pareti sono bianche, il pavimento: bianco. 
C'è una piccola cavia dispettosa, nella stanza delle cavie, che osserva incuriosita le altre cavie, tutte vestite di bianco. 
E abbassa e solleva le palpebre, la piccola cavia curiosa. E ogni volta che si distacca, per quell'attimo infinitesimale, dalla realtà che la circonda, spera di non ritrovarla di nuovo lì, così uguale a se stessa, ripetitiva e monotona. 
E abbassa e solleva le palpebre: bianco! 
E abbassa e solleva le palpebre, concentrandosi ora sul movimento; regolandolo; togliendogli spontaneità: bianco!
E così, la piccola cavia inizia ad annoiarsi.
I battiti di ciglia diventano sempre meno frequenti, sino a risolversi in una saracinesca di sguardo chiuso.
Le palpebre abbassate sono una solida difesa, contro una prigione che si ripete in una sequenza che non cambia mai. 

Il battito di ciglia è l'ebbrezza di mettere in dubbio ciò che ci circonda, con la radicale speranza che la realtà possa sempre aprirsi a nuove realtà possibili.
Il battito di ciglia è la scintilla che accende un nuovo orizzonte di possibilità, con la sottile aspettativa che la realtà possa convertirsi nel suo plurale di molteplici rappresentazioni.

Il battito di ciglia è l'intermediazione sistemica di una relazione biunivoca, tra il mondo  e la mente, che ci permette di accarezzare la meraviglia di ciò che ci coglie all'improvviso. 


E con un battito di ciglia, sospiro, porto le ginocchia al petto e richiamo il draghetto trasportatore.

Mentre aspetto che ritorni a portarmi via, respiro profondamente, lasciando vagare lo sguardo, senza abbassare e sollevare le palpebre e mi riempio la mente di questa immaginifica realtà.

╰☆╮

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